Scipione Vasolo
Figlio del poeta e lettore di Retorica dell’Università di Pavia, Venturino Vasoli, Scipione, letterato e uomo d'armi della Lunigiana, fiorì nella seconda metà del secolo decimosesto. Era orgoglioso di avere la cittadinaza pavese, si vantava del suo stato sociale e, soprattutto, del suo titolo di “Capitano”. Scipione Vasoli era poco noto alla gran massa dei letterati del tardo Rinascimento, secondo alcuni, fu una figura del tutto evanescente. Il suo nome comparve per la prima volta in un trattato a stampa del 1573 “La gloriosa eccellenza delle donne, e d’amore”, oggetto del nostro studio, in controtendenza con l’ambiente misogino che pervadeva l’epoca. Con il manoscritto “Le miracolose virtù delle pietre pretiose per salute del vivere humano”, un trattatello sulle gemme utilizzate per mantenersi in salute senza ricorrere a medicine, nel 1577 tornó a dedicarsi alla scrittura.