Lodovico Domenichi
Nato a Piacenza nel 1515, Ludovico Domenichi fu uno dei letterati più produttivi della seconda metà del XVI secolo. Iniziò la sua carriera presso il tipografo veneziano Gabriel Giolito de' Ferrari, la cui politica editoriale, che privilegiava le opere scritte in volgare, le traduzioni e le edizioni moderne "riformate" degli autori classici, favorì la sua intensa attività di traduttore, correttore e revisore di testi. Successivamente collaborò con gli stampatori Giunti e Torrentino a Firenze, lasciando la città nel 1552 quando fu coinvolto in un processo per eresia. A Lucca instaurò un rapporto con il tipografo Busdraghi, anch'egli molto interessato alla querelle delle donne, con il quale nel 1559 pubblicò le Rime diverse d'alcune nobilissime et virtuosissime donne, la prima antologia prodotta in Italia con lo scopo di promuovere le poetesse in tutta Italia come prova della loro "nobiltà et eccellentia", ma già un decennio prima Domenichi aveva partecipato al dibattito sulla dignità e sulle capacità intellettuali delle donne con il trattato La nobiltà delle donne (1549), in cui analizzava il nuovo concetto di femminilità rinascimentale. Successivamente, ne La donna di corte (1564) definì il comportamento specifico della dama di palazzo, complemento armonico del cortigiano, fatto che lo rese un forte sostenitore del ruolo sociale e culturale della donna nel XVI secolo. Morì a Pisa nel 1564.