Enrique Cornelio Agripa de Nettesheim
I principali biografi di Cornelio Agrippa concordano nel descriverlo come un personaggio singolare, paradossale, controverso e sorprendente. Fu filosofo, teologo, giurista, medico, conoscitore dell'alchimia e della cabala, sapiente di numerologia e farmacopea e arcimago. Avventuriero intrepido e viaggiatore instancabile, a volte soldato, a volte professore e giureconsulto, altre volte cortigiano dei potenti. Di mentalità aperta e seducente, ma sconsiderato e satirico. Piccolo di statura e dotato di una fisionomia aperta e piacevole. Ammirato da molti discepoli e amici, con i quali fondò una società segreta dedicata alle pratiche della magia naturale e dell'alchimia, fu anche criticato e accusato di essere un giudaizzante eretico da teologi di importanti università a causa della sua posizione sulle controversie religiose dell'epoca e del suo lavoro sulla tradizione ermetica e sulla magia naturale. Subì anche persecuzioni, difficoltà economiche, denunce da parte dei suoi creditori e imprigionamenti. I dettagli della sua vita privata, i suoi tre matrimoni, i suoi sette figli, i suoi interessi e i suoi sentimenti fino a pochi anni prima della sua morte sono ben documentati nella raccolta di lettere conservata nelle sue Opere Raccolte (Opera, Lione, 1600?).
Scrisse numerose opere che circolarono prima sotto forma di copie e commenti e che, pur vedendo la luce solo molti anni dopo, gli procurarono il riconoscimento e la fama di grande erudito, di sapiente, di conoscitore di formidabili segreti tra gli uomini di cultura del Rinascimento. Tra tutte le sue opere, per la loro importanza e trascendenza, vale la pena di ricordarne almeno tre: De Nobilitate & praecellentia foeminei sexus, scritto nel 1509 ma pubblicato solo nel 1529, dove, sulla scia delle opere di Plutarco e Boccaccio, decide di fare un passo in più per finire a difendere non l'uguaglianza ma la superiorità del sesso femminile. Il De Nobilitate fu imitato o direttamente plagiato dai trattati che seguirono la tradizione della Querelle des femmes. Il De incertitudine et vanitate scientiarum et artium, atque excellentia Verbi Dei, declamatio invectiva (1530) è considerato un esercizio di scetticismo contro le arti e le scienze del tempo, in cui l'autore denuncia con forza l'ipocrisia religiosa e l'ingiustizia sociale, che gli valse critiche e persecuzioni da parte dell'Inquisizione. Infine, il De occulta philosophia libri tres (1533) è un importante compendio di teologia, filosofia neoplatonica, tradizione ermetica e magia naturale, che divenne un modello e un punto di riferimento per molti filosofi, tra cui Giordano Bruno.
Sebbene la maggior parte delle sue opere fossero considerate pericolose ed eretiche, furono ristampate e tradotte nelle lingue volgari in numerose edizioni e continuarono a essere pubblicate fino al XVIII secolo. Da sempre circondato da una certa aura di mistero e da numerose leggende, Cornelio Agrippa è oggi anche oggetto dell'interesse di molti studiosi nel campo della filosofia, dell'umanesimo religioso e degli studi sulle donne.